lunedì 11 gennaio 2010

Il 2010, le mie riflessioni...

Il nuovo anno è appena iniziato e io colgo l'occasione per azzardare delle considerazioni/previsioni in forza di alcune mie aspettative che, però, sono suffragate da studi e interessi che mi mettono in condizione di elaborare e valutare dati più o meno oggettivi. Questo è un post a blog unificati, leggi anche le riflessioni collegate, ...un parere da "sociologo" e ...un parere da "astrologo"

...un parere da “economista”

Si dice di solito: dopo il brutto viene il bel tempo. Non credo, però, che questa filosofia di Bertoldo possa essere impiegata per formulare previsioni per il nostro sistema economico nel 2010. Nel 2008 e 2009 il brutto tempo è decisamente prevalso. Ma, contrariamente a quanto alcuni ritengono, l'attuale fase di contrazione non può ritenersi solo di origine ciclica poiché numerosi fatti di natura strutturale l'hanno influenzata, e forse tuttora l'influenzano. Questo rende più difficili le previsioni.

La verità è che nel 2008 e 2009 la distribuzione del reddito nazionale ai fattori di produzione è stata fortemente spostata a favore di fattori diversi escludendo, peraltro, quello più importante del lavoro. Ciò ha determinato una stagnazione (quando non anche un decremento) dei consumi e una diminuzione degli investimenti. Pertanto, al fine di poter prospettare un deciso miglioramento della situazione economica nel 2010, occorre decisamente incrementare gli investimenti. Su questo punto tutti sono d'accordo. Salvo che per aumentare gli investimenti, occorre allo stesso tempo aumentare il risparmio...

Se il 2009 è stato un anno di rinunce (per esempio, la casalinga ha rinviato molti acquisti cui non potrà più rinunciare, così come l'imprenditore si è frenato nella spinta allo sviluppo aziendale), il 2010 dovrà per forza di cose essere più prodigo. Ma la lezione passata servirà a indirizzare le spese ai beni durevoli (non solo più case, ma abiti, mobili, oggetti e servizi di fondato valore, e meno “spettacoli” inutili, meno liquori e tabacchi: meno sprechi), e ad aumentare il senso del risparmio.
Il commercio in generale risentirà di una nuova caratterizzazione favorevole: se la clientela comprerà meno, in compenso pagherà di più con un senso più consapevole del valore del denaro.

Nella seconda metà del 2009 si sono manifestati alcuni sintomi favorevoli, a parte il crescente avanzo della bilancia dei pagamenti: per esempio, un aumento, sia pur contenuto e non generalizzato, della produzione industriale. L'annata agricola ha dato discreti risultati. Il settore terziario ha pure avuto un'annata relativamente favorevole, mentre il quaternario (o terziario avanzato – ovvero l'alta tecnologia) ha continuato sulla strada dell'incremento. Inoltre si è notato un deciso rallentamento nell'aumento dei prezzi.

Tutti questi fattori lasciano dunque sperare, se non prevedere, che col passaggio dal 2009 al 2010 la situazione economica migliori in modo più preciso; l'aumento del reddito nazionale dovrebbe essere alquanto maggiore rispetto all'anno passato, dovrebbe continuare il processo di stabilizzazione dei prezzi, anche la bilancia dei pagamenti dovrebbe mantenersi sostanzialmente attiva.

Per concludere, è bene ricordare che questo miglioramento dovrà essere soprattutto frutto della nostra decisa volontà di correggere le distorsioni strutturali che hanno determinato le perturbazioni economiche del 2008 e 2009.



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